Descrizione
(ufficio stampa) - “La contrattualizzazione dei rider è un problema di civiltà. il sindaco Stefano Bandecchi - dichiara l'assessore allo Sviluppo Economico Sergio Cardinali - raccoglie la protesta e promuove iniziative sul territorio comunale.
In Spagna, se non si rispettano le regole contrattuali, è possibile multare le società perché è una legge a stabilire che il rider è un lavoratore subordinato. In Italia, vige un ordinamento diverso. Nel nostro Paese i rider attualmente attivi sono circa trentamila. Ad oggi, questi ciclofattorini lavorano in base a una normativa che li rende o autonomi occasionali o lavoratori con partita iva, quando non completamente a nero. Solo i dipendenti di una unica società di quasi seimila lavoratori in Italia, sono subordinati e vengono pagati ad ore, come qualsiasi altro lavoratore.
Per tutti gli altri lavoratori il numero effettivo di consegne e, soprattutto, il tempo impiegato per effettuarle, determinano il salario del lavoratore, praticamente un cottimo.
Unico diritto riconosciuto al momento a tutti, tranne chi è completamente a nero, è la copertura Inail. Questo però non elimina i gravi problemi di sicurezza esistenti. Per i rider le tutele non sono così scontate come per altri lavoratori. In generale, però, in Italia, gli incidenti sul lavoro sono frequentissimi e chi lavora per strada ha ancora più difficoltà a vedersi assicurate le tutele.
La spinta a correre dipende dalle condizioni di competizione imposte. È l’algoritmo a stabilire quale sia il tempo necessario per una consegna e la strada da percorrere, discriminando i lavoratori. La prestazione condiziona l’accesso al lavoro, premiando chi ottiene un punteggio più alto rispetto agli altri ed escludendo progressivamente dal sistema i meno performanti. In nessun caso il rider può interagire con l’algoritmo, e questo è proprio uno dei casi in cui l’utilizzo dell’intelligenza artificiale riduce a vittima i malcapitati lavoratori.
Le lotte giudiziarie intentate nel nostro paese non hanno ancora prodotto risultati soddisfacenti, privilegiando ancora la mera logica del profitto. La Cassazione nel novembre del 2020 ha riconosciuto che i ciclofattorini sono lavoratori etero-organizzati. La Cassazione ha sostenuto, inoltre, che tale forma di etero-organizzazione non è un nuovo tipo di contratto ma una norma già esistente nell’ordinamento italiano dal 2015 e che disciplina talune figure molto al confine con il lavoro subordinato, ma purtroppo fuori dal perimetro del lavoro dipendente. Uno di quei casi in cui il lavoro autonomo non è una scelta ma una imposizione di un mercato del lavoro alterato dalla mera competitività economica, dove un rider è paragonabile ad un avvocato, ad un commercialista o ad un imprenditore artigiano.
L’altra faccia della sicurezza riguarda i cittadini fruitori del servizio oramai sempre più diffuso, che potrebbero vedersi arrivare in casa, insieme alla pizza, soggetti non identificati nel momento in cui sprovvisti di alcun rapporto codificato con l’azienda, i cosiddetti lavoratori invisibili".
La giunta Comunale, su input dell’assessore al commercio Stefania Renzi, già il 7 dicembre 2023, “considerando i rider una componente sociale ed economica della collettività, e una potenziale risorsa per lo sviluppo economico di talune categorie commerciali, ha proposto la nascita di gruppi di lavoro sul tema.
Quindi, in attesa di una contrattazione collettiva, che normi delle condizioni di lavoro migliori per tutti i rider, l’amministrazione comunale di Terni intende coinvolgere la Prefettura, gli istituti assistenziali e provvidenziali promuovendo delle iniziative tese, da una parte a fare emergere le sacche di lavoro nero insite nell’attività e dall’altra a migliorare le condizioni di lavoro dei rider, attraverso la creazione di case dei rider, attraverso locali messi a disposizione per consentire ai ciclofattorini le soste e il riposo".