Descrizione
(ufficio stampa) - Il Consiglio comunale, nella seduta di questa mattina, ha approvato con 18 voti favorevoli, 2 contrari e 3 astenuti l’atto di indirizzo relativo al progetto largo Cairoli finanziato con i fondi del Piano Periferie presentato dai consiglieri Sterlini, Passoni, Salinetti, Mengaroni, Colasanti, Gambini, Francucci, Trequattrini, Fortunati Ilaria (AP) Ferranti (FI) e Orsini (Terni Masselli Sindaco
L’impegno che si prende il Sindaco e la Giunta è quello di ultimare il progetto così come programmato al fine di mettere a disposizione l’area nei tempi previsti ed evitare soprattutto di non rispettare i termini indicati dal Piano Periferie, con eventuali danni economici al bilancio comunale. Contestualmente si potrà verificare la possibilità di intercettare ulteriori fondi, ministeriali o di altra natura, dedicati alla valorizzazione di questo tipo di ritrovamenti archeologici da destinare in un secondo momento alla valorizzazione dei reperti che per il momento saranno oggetto di rinterro protettivo.
Nella seduta congiunta della prima e della seconda commissione consiliare, tenutasi alla fine del mese di novembre, sono stati uditi i rappresentanti dei cittadini firmatari la petizione che ha visto la raccolta più di 600 firme in quanto tra i reperti emersi nell’area di largo Cairoli c’è un monastero del XVII secolo che merita di essere valorizzato.
Auditi anche i tecnici della direzione Lavori Pubblici che hanno illustrato le soluzioni progettuali, le problematiche e le relative tempistiche per il rispetto dei termini, queste ultime di fondamentale importanza per evitare il rischio di perdere i finanziamenti reperiti con i fondi ministeriali del Piano Periferie, una quota dei quali già disponibile ma non ancora utilizzata.
Apportare variazioni rilevanti al progetto comporterebbe infatti una insufficienza dei fondi, già stabiliti, e la conseguente interruzione dei lavori.
Dal canto loro i firmatari ricostruiscono le fasi salienti di questo scorcio della città ricordando che le indagini archeologiche propedeutiche all’intervento di recupero dell’area hanno rilevato un palinsesto di stratificazioni architettoniche di grande interesse per la città. Tra queste sono emerse le fondamenta dell’antico Monastero di San Giuseppe e Santa Teresa, uno dei più antichi insediamenti carmelitani femminili in Italia. Quest’area fu profondamente segnata dai danni dei bombardamenti della seconda guerra mondiale e il monastero che era stato trasformato in caserma dopo l’unità d’Italia, pur essendo uscito quasi indenne dalla violenza delle bombe, invece di essere recuperato, fu demolito per lasciare spazio al parcheggio e alla sede del commercio ambulante. L’area di largo Cairoli era di proprietà del demanio dello Stato; nel 2010 con apposito decreto ha stabilito di attribuire agli enti locali con accordi di valorizzazione. Solo di recente, il cantiere infatti è stato aperto circa tre anni fa, si è messo atto ad un intervento di recupero atteso da molti anni. A differenza di un primo progetto, i resti delle fondamenta del Convento Carmelitano del 1618 riemersi con gli scavi in largo Cairoli non saranno integrati con l’originaria destinazione a giardino archeologico dell’area e quindi torneranno ad essere per sempre sepolti dalla terra.
I cittadini firmatari della petizione considerano invece i resti del Convento come di grande importanza storica, culturale e documentale per la città ed è per questo che chiedono all’amministrazione comunale con i suoi tecnici di lavorare a soluzioni che possono valorizzare e mantenere a vista e fruibili tali resti, evitando l’interramento.