11 Giugno 2012 - ore 00:00 - Manovra da 115 milioni di euro. Risparmi per 20 milioni di euro. Imu e Irpef nelle medie nazionali. Riduzioni per i ceto meno abbienti
(Direzione Generale/Uff.stampa) – Un bilancio da 115 milioni di euro, con i conti che quadrano nonostante ulteriori 12 milioni di trasferimenti in meno da parte dello Stato e le incertezze sul gettito Imu. Il sindaco Leopoldo Di Girolamo e la giunta comunale hanno illustrato il bilancio di previsione 2012 che è stato approvato dall’esecutivo di Palazzo Spada e che ora sarà sottoposto all’esame del Consiglio Comunale. La capacità di investimento, così come avvenuto per tutti gli enti locali, è ridotta del 40%, con un ritorno a 20 anni fa negli investimenti. Un esercizio finanziario che fa i conti con il sovradimensionamento dell’Imu nella previsione del ministero delle Finanze che stima un gettito di 33 milioni da parte dei contribuenti ternani: “La previsione reale – ha detto il vicesindaco con delega al Bilancio Libero Paci – è di 30 milioni. Altri 17 milioni dei quali andranno allo Stato. A conferma che questa è un’imposta che serve quasi esclusivamente allo Stato e che a stento va a coprire i mancati gettiti della vecchia Ici”. Paci ha sostenuto che le aliquote indicate dal comune di Terni (0,55 per mille per la prima abitazione, 0, 96 per gli altri immobili) rientrano nelle medie nazionali, considerando anche l’innalzamento delle detrazioni che porteranno il 35-40% dei contribuenti ad essere esentati. Nelle minori entrate anche la riduzioni di 8 milioni delle alienazione e dei proventi della cosiddetta Bucalossi. “Partiamo da un quadro di meno 20 milioni””, ha detto Paci.“Nonostante questo riteniamo di aver centrato l’obiettivo – ha sostenuto il sindaco Leopoldo Di Girolamo – di tenere i conti in ordine e alto i livello dei servizi comunali, soprattutto nei settori cardine della città, della coesione sociale”. E’ di quasi 12 milioni la spesa per la pubblica istruzione, di 14 milioni per i trasporti e la viabilità, di 17 milioni per i servizi sociali, di 4 milioni per la cultura, di 2,1 milioni per lo sport. Per sopperire alle minore entrate la giunta ha agito, innanzitutto, sulla leva dei costi di gestione. Un milione in meno per le spese per il personale; 267 mila euro per i costi della politica con le riduzioni delle indennità di tutti gli amministratori; 3 milioni di economie nella gestione ordinaria. “Inevitabile”, è stata definita l’aumento della pressione fiscale con l’Imu e l’addizionale Irpef. Gli amministratori hanno sottolineato, comunque, l’ampliamento delle fasce di esenzione. Per le tariffe degli asili nido l’aumento è previsto per le alte fasce di reddito, con tariffe agevolate per le famiglie meno abbienti. “Le rette, tra le più basse di Italia – ha detto il vicesindaco – continuano a coprire solo la metà dei reali costi sopportati dall’Amministrazione Comunale. La copertura arriva al 60% per il servizio di refezione scolastica. A fronte di un piccolo adeguamento (7 euro al mese) per i redditi alti è prevista la conferma dell’attuale importo per le fasce di reddito medie e una diminuzione per quelle più basse”. Per la Tia l’aumento sarà dell’8% “ a fronte di una richiesta dell’Asm dell’11%”. Per quanto attiene le municipalizzate è stato sottolineato che porteranno nelle casse del Comune un milione di euro a fronte del milione e 600 di utili complessivamente registrati. “In un quadro – ha concluso il sindaco Di Girolamo – difficile e molto complesso, presentiamo al Consiglio Comunale un bilancio che vuole continuare a puntare sulla qualità urbana, su una buona amministrazione di una città che continua a dare segnali di crescita, ad iniziare da quella demografica che è costante e significativa".