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Anche a Terni un centro per le donne vittime di violenza e stalking

(Direzione Generale/Uff. Stampa) - Sarà realizzato a Terni uno dei due Centri Antiviolenza previsti nel progetto Umbria Antiviolenza, approvato dal Dipartimento per le Pari Opportunità, grazie alla collaborazione fra i Comuni di Terni e Perugia, l’associazione  Differenza Donna di Roma (capofila del progetto), l’associazione Libera Mente Donna di Terni.

La realizzazione del Progetto, della durata di 24 mesi e del valore complessivo di 444.300 euro, dei quali cui il 10.20% come co-finanziamento attraverso l’utilizzo delle risorse umane dei Comuni, prevede la creazione, di due Centri Antiviolenza, uno a Terni ed uno a Perugia, che potranno ospitare circa 36 donne vittime di violenza o di stalking e 20 bambini.

La metodologia seguita è quella utilizzata nei Centri Antiviolenza operanti in Italia e che aderiscono alla Rete dei Centri Antiviolenza. Le attività fondamentali svolte saranno quelle di accoglienza, ospitalità e segretariato sociale, mediazione culturale, consulenza professionale e specialistica in vari ambiti compresi quello psicologico e giuridico, sostegno alla costruzione di un progetto individualizzato di autonomia per l’uscita dalla violenza, l’orientamento informativo verso i servizi del territorio e il lavoro.
Il funzionamento dei Centri Antiviolenza curerà con particolare riguardo, fra l’altro, l’organizzazione degli spazi per accogliere i bambini (compreso lo spazio giochi), l’accompagnamento della donna nella fase di uscita dal Centro, la formalizzazione di protocolli di collaborazione con una molteplicità di soggetti, in particolare le Forze dell’Ordine, la formazione del personale e l’attenzione ai rischi professionali.

“Si colma così una lacuna nel panorama regionale dei servizi dedicati al contrasto dei fenomeni di violenza di genere e stalking”, commentano gli assessori comunali alle politiche sociali e alle pari opportunità Stefano Bucari e Maria Bruna Fabbri.

Il progetto prenderà avvio nei prossimi giorni in concomitanza con l’inizio del percorso istituzionale di partecipazione in merito alla  proposta di legge che ne prevede l’istituzione e, più in generale, ridisegna l’assetto politico istituzionale della Regione, sancendo la trasversalità delle politiche di genere rispetto all’insieme delle politiche pubbliche regionali. 

Dai dati raccolti dal Telefono Donna, che rimane un osservatorio privilegiato sul fenomeno della violenza di genere in Umbria, emerge la diffusione della problematica, ancora in gran parte sommersa. Si caratterizza prevalentemente come violenza in ambito familiare e si manifesta sotto più forme contemporaneamente: violenza fisica, psicologica, economica, sessuale e stalking.
Nel periodo 2000-2011 le richieste di aiuto accolte dal Telefono Donna sono praticamente decuplicate; in particolare è triplicato il numero delle segnalazioni per violenza e maltrattamento subite dalle donne, avvenute nell’89.37% dei casi in famiglia, e un significativo aumento si è avuto anche per le richieste di sostegno per situazioni legate a separazioni e affidamento dei figli. Inoltre, negli ultimi anni è aumentato il numero delle donne straniere immigrate che sono a volte portatrici anche di problemi legati alla tratta e a difficoltà di integrazione. Quindi una domanda complessa e difficile da dipanare, che rinvia ad interventi che vanno ipotizzati e realizzati all'interno di un percorso operativo di stretta interazione tra soggetti e servizi operanti a livello territoriale, e nell'ambito di politiche regionali e locali di contrasto al fenomeno dell'abuso e della violenza, organizzate a partire dal contesto normativo di riferimento.

Il Comune di Terni ha anche promosso e contribuito ad elaborare il Progetto U.N.A. (Umbria Network Antiviolenza), proposto da una partnership di ventisei soggetti pubblici, fra i quali nove amministrazioni comunali,  e del privato sociale,  ammesso anch’esso al finanziamento da parte del Dipartimento per le Pari Opportunità, attualmente in fase di avvio.
L’amministrazione comunale ha dunque contribuito ad avviare la costruzione di azioni su scala regionale nella prospettiva della messa a regime di un Sistema regionale antiviolenza, sostenuto sia da un quadro normativo certo sia dal funzionamento di servizi che garantiscono importanti, seppure ancora parziali per la mancanza dei centri antiviolenza, interventi di sostegno e accompagnamento nell'uscita dalla violenza di donne ed eventuali loro figli minori.
“Con il Progetto Umbria Antiviolenza - sottolineano gli assessori comunali alle politiche sociali e alle pari opportunità Stefano Bucari e Maria Bruna Fabbri - abbiamo dunque promosso le condizioni perché si potesse colmare tale mancanza presentando una proposta progettuale che facesse incontrare l’esperienza e le conoscenza di chi da  anni, come l’associazione Differenza Donna, lavora nel contrasto alla violenza di genere con l’associazionismo che in Umbria opera nella stessa direzione”.

Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017