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Cecconi (FdI): “Chi invoca l'area di crisi complessa sa già qual è il destino dell'AST?”

(Ufficio Stampa/Acot) – “Lo stanco rito della ciclica richiesta della dichiarazione di area di crisi complessa per il territorio di Terni e Narni ad ogni puntata, da sempre, nasconde altro: le contraddizioni interne alla sinistra di governo, da quella al potere nella nostra città a quella alla guida della Regione, del Parlamento o del Paese; i contrasti tra consiglio e giunta regionale; le diverse e non omogenee posizioni assunte nel tempo da Confindustria”. Lo scrive, in una propria nota, il presidente del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia a Palazzo Spada, Marco Cecconi.
“Sullo sfondo, le sorti delle acciaierie ternane: se è ormai scritto che si va verso lo smantellamento di fatto, allora magari ci sono i requisiti, altrimenti no. Chi invoca l'area di crisi complessa sa già qual è il destino dell'AST? E allora lo venga a dire anche a chi, come il sottoscritto, da un anno e quattro mesi chiede inutilmente che la Marini si presenti in consiglio comunale”.
“Sullo sfondo – continua Cecconi - un teorema costante del senatore PD Gianluca Rossi, che da anni va ripetendo e anche adesso conferma: non dovrà essere assistenzialismo, il pubblico faccia il pubblico, il privato faccia il privato, inventiamoci un progetto di rilancio tutti insieme (mentre intanto ognuno procede per la sua strada)”.
“Il punto è che, però, affinché il pubblico faccia il pubblico non c'è bisogno di aspettare la dichiarazione di area di crisi complessa. Il pubblico fa il pubblico - per dirla con il senatore Rossi - se, per esempio, il governo nazionale attua una propria politica industriale che assuma come centrale la strategicità della produzione d'acciaio d'eccellenza: ma ci risulta che neanche il governo Renzi abbia fatto niente di tutto ciò. Il pubblico fa il pubblico se sa difendere gli interessi nazionali in tutti i modi e su tutti i tavoli, a cominciare da quelli europei: e qui i fatti - parliamo sempre di acciaierie ternane - si commentano da soli. Il pubblico fa il pubblico se fa di tutto e di più per creare le condizioni di contesto più favorevoli alla permanenza ed al rilancio di importanti siti produttivi nel proprio territorio (prima ancora di ambire irrealisticamente ad attrarne di nuovi): approvvigionamento energetico, infrastrutture. Il pubblico fa il pubblico se sorveglia tempestivamente e con severità che gli accordi presi vengano rispettati. Quando il senatore Rossi o chi per lui sarà in grado di convincerci che il pubblico abbia assolto davvero a tutti questi impegni, allora magari sarà persino lecito attendersi un concorso concreto a quel progetto di rilancio di cui per adesso si vagheggia a parole”.
“Nel frattempo – conclude Cecconi - mentre l'attesa della Marini a Terni, per parlare proprio di acciaierie, si prolunga senza giustificato motivo e tanto basterebbe, non ci resta che registrare le deprimenti proposte del PD ternano, avanzate per bocca del capogruppo in consiglio comunale Cavicchioli, sulla possibilità di girare proprio agli attuali vertici tedeschi delle Acciaierie un po' delle prebende pubbliche che arriverebbero con la dichiarazione di area di crisi complessa: come se dall'Italia la Thyssen Krupp non avesse già avuto abbastanza, come se ci fosse da fidarsi dei piani industriali dei tedeschi, come se qualcuno conoscesse davvero le reali intenzioni della proprietà sui destini della fabbrica. Se questo è il pubblico che fa il pubblico – e questo è il modo di relazionarsi ad un simile privato – l'area di crisi complessa sarà nient'altro che una temporanea pensione di invalidità".
Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017