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A Palazzo Spada striscione contro la violenza sulle donne

(Direzione Generale/Uff.stampa) - In occasione della  Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre, verrà affisso per alcuni giorni, a Palazzo Spada, uno striscione realizzato dal Comune di Terni, in collaborazione con l’associazione Terni Donne. Si chiama Femminicidio è il testo dello striscione che nel pomeriggio di domenica, alle 17, sarà accompagnato da un flashmob in piazza della Repubblica.
Inoltre, in collaborazione con gli assessorati alla Cultura e  alle Pari Opportunità, saranno realizzate  una serie di iniziative, organizzate dall’associazione Terni Donne, nella giornata del 24 novembre, al centro Socio Culturale Romagnosi di Via Aminale. Durante tutta la giornata di sabato verranno pubblicizzate informazioni sui servizi di volontariato e culturali per le donne e  sarà possibile effettuare scambio di libri e di oggetti, si potrà assistere a dimostrazioni di sartoria creativa e ci sarà un’esposizione di abiti vintage. Inoltre si tratterà di solidarietà, arte, maternità consapevole, libertà di scelta, violenza, precarietà, donne migranti. Il programma prevede alle 11 la proiezione del film Freedom for birth a cura dell’associazione Nascere in Casa Umbria; alle 16 un’assemblea pubblica sul tema  La Casa delle donne ai tempi della crisi; alle 18 letture ad alta voce sulla Violenza di genere a cura del gruppo AAV; alle 21 proiezione di un film su Donne e precarietà. Maggiori informazioni sono reperibili nel sito www.ternidonne.blogspot.com .
“Abbiamo vuoluto sostenere questa campagna - dichiarano gli assessori Guerra e  Fabbri - per ribadire l’importanza di trattare i crimini di cui sono vittime le donne (che nel solo anno 2012, in Italia,  sono stati più di 100), con un’ottica di genere, per poter rendere più visibile il fenomeno spesso presentato e giustificato dai mass media sotto varie forme (delitto passionale, dovuto a incomprensioni familiari, lavorative, ecc). Il femminicidio invece è un crimine che vede le vittime uccise in quanto donne e non più disposte ad assecondare il ruolo ideale impostogli molto spesso dalla società e dalla tradizione di donne obbedienti, brave come mogli, come madri e sessualmente disponibili. Donne che hanno deciso di prendersi la libertà di decidere della propria vita e di sottrarsi al potere degli uomini molto spesso propri familiari, padri, partner, compagni, che reagiscono alla loro autoderminazione uccidendole. La  campagna nasce in Messico e ha portato donne e uomini coraggiosi alla denuncia di una cultura che odia le donne e di una politica inerte, inadeguata nelle reazioni. Giornaliste e giornalisti coraggiosi e attiviste hanno pagato con la vita la scelta di informare e denunciare le violazioni dei diritti delle donne che avvenivano nei loro Paesi ma or,a anche l’Unione Europea, ha riconosciuto che il femminicidio riguarda tutti gli Stati del mondo, non solo quelli latinoamericani. Il femminicidio è la forma estrema di violenza di genere contro le donne, prodotto della violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato, attraverso varie condotte misogine -maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, sul lavoro, economica, patrimoniale, familiare, comunitaria, istituzionale- che comportano l’impunità delle condotte poste in essere tanto a livello sociale quanto dallo Stato e che, ponendo la donna in una posizione indifesa e di rischio, possono culminare con l’uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e bambine: suicidi, incidenti, morti o sofferenze fisiche e psichiche comunque evitabili, dovute all’insicurezza, al disinteresse delle Istituzioni e alla esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia”.
Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017