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“Troppe domande irrisolte per il futuro dell’Ast”

(Ufficio Stampa) – Alcune azioni concrete a sostegno delle proposte già avanzate dal Governo Italiano, perché vengano programmati incontri con la Commissione Europea, il Governo finlandese e il Governo tedesco, vengono ribadite in una nota dai consiglieri Giocondo Talamonti e Giuseppe Boccolini.
“Occorre – scrivono i due consiglieri - che sia condiviso un caposaldo essenziale per non incidere nella strategicità europea dell’AST in tema di Acciai speciali: il no all'indebolimento del sito di Terni con il progressivo abbattimento della produzione e allo smantellamento della sua rete commerciale”.

“È necessario perciò che il Presidente del Consiglio italiano segua personalmente la vicenda della vendita dell’AST, inserendo la questione fra le priorità da affrontare. La proroga concessa, dalla Commissione Europea ad Outokumpu, senza stabilire una data certa e senza conoscere la definizione dei piani industriali e finanziari  dei probabili acquirenti, è preoccupante.  Ogni rinvio a tempo indeterminato non può che allarmare”.

“Il rischio che si corre, infatti, è quello di contrattare la cessione dell’AST  senza la connotazione attuale: "a scatola vuota". La logica non può essere quella di condannare  ad un indebolimento il sito di Terni (unico in Italia nella produzione degli Acciai speciali e primo in Europa e tra i primi nel mondo), attraverso una minor produzione e perdita di fette di mercato”.

“Le domande che legittimamente ci assillano attengono alle seguenti questioni: la struttura commerciale è stata abbandonata e comunque qual è lo stato di salute? I tedeschi della Tyssenkrupp si sono portati via alcune fette di mercato? Siamo già di fatto ridimensionati? Ci si sta muovendo per mantenere i vecchi mercati e conquistarne  dei nuovi?”

“Due i fatti certi, emersi dall’incontro MISE-Outokumpu del 29 maggio a Roma: la situazione dell’AST è in mano alla Presidenza del Consiglio; assicurazioni da parte di Outokumpu in merito alle risorse per gli approvvigionamenti e agli stipendi dei lavoratori,
per il resto è stato riconfermato quanto Outokumpu aveva già  comunicato e cioè che sono inaccettabili le offerte di acquisto (si sta chiedendo la riproposizione delle due offerte vincolanti); e che non si vuole nessuna interferenza delle altre parti interessate, “senza rendere noto alcun dettaglio del processo”; mentre la possibilità di fornire eventuali aggiornamenti ci sarà solo in occasione della presentazione dei dati aziendali relativi al secondo trimestre (cioè dopo il 30 giugno)”.

“Non intendiamo fare allarmismi, ma è diffusa nella nostra città la percezione che le difficoltà in cui l’AST si trova potranno essere superate da altri. È ora che la città esca dall’immobilismo e dal torpore alzando la voce a difesa della propria Acciaieria e dei lavoratori la cui età media è di 40 anni. Non deve prevalere l’indifferenza, ma lo spirito di lotta dei nostri padri. Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso. È necessario farsi artefici del proprio destino senza demandare solo ad altri la salvezza dell’industria locale più significativa”.

“Difendere l’AST significa difendere l’Umbria e l’Italia. Non vorremmo che l’AST sia l’agnello da sacrificare nel contesto industriale nazionale ed europeo. In occasione della presentazione del Piano per l’acciaio in programma l’11 giugno a Bruxelles, occorre far sentire la voce forte e ferma delle Istituzioni, delle popolazioni locali e dei deputati italiani al Consiglio europeo.
Se fino ad ora sono prevalsi gli interessi delle singole nazioni, è giunto il momento che prevalga, nell’interesse dell’Europa, la salvaguardia del sito strategico dell’AST”.

Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017