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"Ospedale, accorpamento o depotenziamento?"

(ufficio stampa) –  “L’idea generale potrebbe presentarsi come un efficientamento dei servizi, eppure mi chiedo quante strutture prevedono la gestione diretta a Terni e quali verranno, invece, spostate a Perugia. La mia preoccupazione è una gestione all’italiana della questione, in cui verrà favorita una parte, già forte, a discapito di una, oggettivamente, sempre più debole", dichiara il consigliere del M5S Claudio Fiorelli in merito alla notizia riportata da alcuni mezzi di comunicazione sull’unificazione di cinque reparti di alta specialità presenti nelle aziende ospedaliere di Perugia e di Terni, azione tra quelle previste nella bozza del nuovo piano sanitario regionale 2019-2020.
"Se si va a leggere nel dettaglio le discipline che si vogliono accorpare - prosegue il consigliere Fiorelli -  queste comprendono i direttori di strutture complesse che a Terni sono in via di pensionamento o che già hanno abbandonato il proprio posto di lavoro. Questa unificazione potrebbe celare un accentramento di un blocco di attività, servizi e competenze verso l’ospedale di Perugia, lasciando a Terni solo le briciole. Si sta parlando di discipline ad alta specialità, cardiochirurgia, neurochirurgia, chirurgia toracica, oncoematologia con trapianti e chirurgia oncologia. Vista l’importanza dei reparti e delle relative ripercussioni sulla cittadinanza, vorrei che, ci fosse una equa distribuzione e non un taglio a discapito dell’ospedale di Terni. Nel merito, anche la suddivisione che viene proposta, in base alle attività che verrebbero a svolgere alcuni reparti, si potrebbero creare delle criticità. La scelta di alcune patologie verrebbero ad essere trattare solo da un particolare nosocomio. Bisogna comprendere che quando si sposta un paziente,perché non si può curare nella sua città di riferimento, viene compromessa anche la vita del nucleo familiare che subisce numerosi disagi. Io non sposto un paziente, ma sposto una famiglia intera. Il tutto tenendo in considerazione che nei vari ospedali esistono dei doppioni che sembrano intoccabili perché basati su piani sanitari regionali che continuano a replicare vecchi modelli di gestione della sanità pubblica. Nell’ottica delle strategie di marketing, non sempre la riduzione dei costi significa una ottimizzazione delle proprie potenzialità. Molto più spesso, equivale, invece, a compromettere la qualità di servizi offerti”. “Oggi – conclude il consigliere - scontiamo la mancanza di una strategia che realmente tenga conto dei bisogni di Terni e dei suoi cittadini, e della reale parificazione, di questi, tra le due province”.

Data aggiornamento della pagina: 07/01/2019