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A tutta musica con il Briccialdi di Terni

(Ufficio Stampa/Acot) - Due appuntamenti importanti organizzati dall’Istituto di studi musicali Briccialdi di Terni. Si parte con Alfabeto musicale, progetto nato in collaborazione con la biblioteca comunale di Terni che prevede incontri aperti e gratuiti su temi, autori, strumenti e repertori. Titolo del sesto incontro, a cura di Daria Della Croce e Antonio Luccarini, è “V come Verdi, tra architetture vocali e filosofia" e si svolge giovedì 19 alle ore 17 presso il Briccialdi. "Il percorso affrontato dai due studiosi - dichiarano gli organizzatori- di snoda attraverso le opere Ernani, Rigoletto e Falstaff, in particolare esaminando il percorso evolutivo della vocalità verdiana nel contesto culturale dell'Ottocento italiano. L'incontro prevede l'esecuzione di brani tratti dalle opere esaminate, a cura della classe di Canto lirico della professoressa Ambra Vespasiani". Venerdì 20 maggio alle ore 21, l'auditorium del Carmine ospiterà uno degli appuntamenti più attesi della stagione de I Concerti del Briccialdi. Si tratta del ricordo che l'Istituto ha voluto dedicare, a pochi mesi dalla sua scomparsa, a Mario Jalenti, "fondatore" della Scuola di Chitarra a Terni, punto di riferimento per generazioni di chitarristi, concertista di grande rilievo. Il concerto-omaggio del Briccialdi, introdotto dal ricordo dei colleghi e degli ex-allievi di Mario Jalenti, è affidato alla classe di chitarra dell'Istituto, oggi guidata da Emanuele Segre. L'Ensemble di chitarre del Briccialdi suonerà musiche di Reich, Brower, De Falla. Barrios. Il programma si concluderà con l'omaggio dei colleghi: il Quartetto in re maggiore Hob. III, 8 di Haydn sarà infatti eseguito dallo stesso Emanuele Segre, con Alexandra Stefanato (violino), Flaminia Zanelli (viola), Daniela Petracchi (violoncello). L'ingresso è gratuito. Mario Jalenti, nato nel 1939, si formò presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma sotto la guida di Benedetto Di Ponio e all'Accademia Chigiana di Siena, dove studiò con Alirio Diaz, a sua volta allievo di Segovia. Diaz lo definiva “il poeta della chitarra” e ne ebbe profondissima stima. La carriera di Jalenti toccò il suo apice negli anni '60, quando, in un momento in cui la chitarra non veniva ancora riconosciuta come strumento concertistico “colto”, fu invitato a tenere due recital al Festival dei Due mondi di Spoleto (1966). Una tappa che resta nella storia del concertismo chitarristico e che fu fortemente voluta da Giancarlo Menotti, indiscusso scopritore di talenti, che definiva Mario Jalenti “il Benedetti-Michelangeli della chitarra”. Abbandonato precocemente il concertismo, Jalenti si dedicò con grande capacità e passione all'insegnamento, incaricato inizialmente presso il liceo musicale “Spontini” di Ascoli Piceno e poi, fino alla pensione, all'Istituto Briccialdi, istituzione presso la quale ha formato generazioni e generazioni di chitarristi, tra cui il talentuosissimo figlio Francesco, purtroppo scomparso giovanissimo. Grande fu il contributo dato al rinnovamento del repertorio, con grande attenzione a quello del Novecento. Le sue incisioni, risalenti tutte agli anni '60, sono state in parte ripubblicate nel 2008 dalla rivista “Seicorde”, che gli ha dedicato un CD monografico.
Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017