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Fatale (FI): "I debiti sono il frutto della mala gestione della cosa pubblica"

(Ufficio Stampa) - "Tutti i nodi vengono al pettine". Lo dichiara, in una propria nota il consigliere del gruppo di Forza Italia a Palazzo Spada Stefano Fatale. "Dopo le ubriacature governative sulla riduzione(?) della pressione fiscale - scrive Fatale - su un'immagine internazionale dell'Italia linda e pinta e sulle narrazioni renziane, oscillanti tra l'epico ed il fantasy, relative al futuro dello stivale, ora la forza impetuosa della realtà ha preso il sopravvento". "E a nulla, in questo caso, possono le armi di distrazione di massa, messe in campo dai mezzi d'informazione compiacenti l'attuale premier che dipingevano il Bel Paese come una riedizione 2.0 del Bengodi. Matteo Renzi fin qui ha avuto gioco facile, anche in virtù delle sue indubbie doti da comunicatore, nel distanziare la propria persona da alcune problematiche assai gravose quali l'emergenza immigrati – addebitando l'assoluta assenza di programmazione al povero Alfano oltre che ai partner europei – e la vicenda pensioni, dove una “provvidenziale” sentenza della consulta ha tolto Renzi dall'imbarazzo di giustificare l'uso di un fantomatico tesoretto, derivato esclusivamente da ipotesi di crescita molto (per alcuni troppo) ottimistiche".
"Poi, all'indomani della sconfitta nei ballottaggi, ecco che giunge il famigerato tax day. E così si scoprono tutti gli scheletri negli armadi: oltre all'Imu e alla Tasi gli italiani in queste ore stanno pagando anche le ritenute e le addizionali Irpef, l'Ires, l'Irap, l'Iva e la Tari per un importo complessivo che sfiora i 50 miliardi di euro. Un salasso. Condito con sigle somiglianti più ai suoni onomatopeici presenti nei fumetti che non a balzelli, tariffe e tasse quali in realtà sono. Insomma, al danno si aggiunge perfino la beffa".
"Infine qui a Terni, come se non bastasse, un'amara sorpresa: il valore medio delle aliquote di Imu e Tasi (sugli immobili produttivi) per provincia - sottolinea Fatale - è tra i più elevati (10,54%) superato solamente da Trieste e Lucca. Ed il tutto in un contesto regionale dove si trova il valore maggiore dell'aliquota (10,34%). I dati non sono stati creati ad “hoc” da Forza Italia, come qualche malpensante potrebbe insinuare, ma dall'ufficio studi di Confartigianato".
"In pratica quel che viene girato è un film avente come protagonista il solito attore: un'amministrazione locale, nel caso del comune ternano, piena di debiti dovuti in primo luogo alla mala gestione della cosa pubblica (sprechi, inefficienze, municipalizzate cronicamente in perdita) e in secondo luogo ad una strategia ben mirata di aumento della spesa per finanziare sacche elettorali, in modo da radicare e perpetuare il consenso progressista nella conca. L'intera operazione ovviamente viene addebitata al cittadino. Come prima, più di prima. Commento finale: ora il re è nudo e per poter rendersene conto non serve lo sguardo innocente di un bambino, ma l'onestà intellettuale e il buon senso di un uomo qualunque".

 

Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017