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“Definire il ruolo della città nell’operazione Clitumnus”

(Ufficio Stampa) – “Le modalità che starebbero portando all’acquisizione di BPS da parte della società Clitumnus con la partecipazione determinante della fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e l’eventuale partecipazione della Fondazione CARIT generano rilevanti perplessità”. Lo scrive in una sua nota il presidente del consiglio comunale di Terni Giorgio Finocchio. “In primo luogo un generale riassetto creditizio della nostra regione avrebbe meritato quantomeno dei doverosi passaggi istituzionali a partire dalla funzione di indirizzo esercitata dalla Regione e dal Consiglio regionale dell’Umbria, soprattutto in un momento in cui la mission futura delle fondazioni bancarie è all’ordine del giorno del dibattito politico nazionale in relazione alle vicissitudini che alcune fondazioni proprio dell’Italia centrale hanno scontato nel recente passato, vedi su tutte MPS e Banca Popolare delle Marche”.
“Dotarsi di uno strumento creditizio che possa garantire una funzione di stimolo e di aiuto alla crescita più complessiva dell’Umbria è obiettivo auspicabile – si legge ancora nella nota -  ma è ineludibile una discussione trasparente che possa far luce su quali obiettivi perseguire e quali strumenti utilizzare”.
“Quale sarebbe il ruolo della città di Terni in questa operazione? E’ auspicabile che anche nella componente privata possano esserci contributi che provengono dalla realtà ternana e se non ci sono perché questo è potuto avvenire? Qual è la situazione economica e contabile? Siamo sicuri che le funzioni future delle fondazioni siano quelle di partecipare attivamente nel capitale delle banche? Allora perché mai la fondazione CARIT sarebbe uscita da una banca per entrare in un’altra nel giro di pochi mesi, tra l’altro con non pochi problemi nelle gestioni passate?”.
“Le città capoluogo dell’Umbria sono una ricchezza e in termini di produzione di ricchezza percentuale e assoluta il contributo che porta la città di Terni è certamente fondamentale e risulterebbe importante anche in questa operazione: in questo modo almeno ci sentiamo di interpretare l’invito ad essere della partita. Mi permetto di rilevare che il nostro ruolo, il ruolo della città di Terni è stato fortemente ridimensionato nel dibattito regionale su questioni altrettanto importanti, vedi su tutte le vicende che riguardano l’università e la sanità, per non parlare delle nuove priorità che il Governo per bocca del sottosegretario umbro Girlanda alle infrastrutture ha stabilito per l’Umbria. L’unica vera priorità dell’Umbria e di Terni sarebbe quella di agganciare e favorire i processi di sviluppo e organizzarli a rete in un sistema che sappia valorizzare le funzioni economiche, di formazione, di qualità della vita, anche di organizzazione del sistema creditizio e imprenditoriale”.
“In quest’ottica andrebbe interpretata la cosiddetta territorialità: se invece – conclude Giorgio Finocchio - si invoca la territorialità a corrente alternata non sfugge l’impressione che a seconda dei casi, a prevalere siano più logiche di conservazione che non di un’innovazione di metodo e di contenuti di cui non possiamo più fare a meno”.
Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017