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“Sulla Consulta degli Immigrati il segretario della Cgil limiti i toni”

(Direzione Generale/Uff. Stampa) – “L’approvazione del regolamento della Consulta degli Immigrati – dichiara in una sua nota il presidente del gruppo della Federazione della Sinistra Giocondo Talamonti - ha visto impegnato il consiglio comunale, sollevando qualche distinguo in merito ad aspetti di pura natura partecipativa, volendo garantire la massima rappresentatività fra le diverse etnie che si incontrano nel territorio. Precisazioni al riguardo, muovono anche dalle varie comunità in merito alla composizione della consulta e all’elezione dei presidenti; l’elezione diretta dei membri, la posizione dei cittadini comunitari e quella degli extra-comunitari”.
“Dal dibattito consiliare – continua Talamonti - è emersa la volontà dell’amministrazione cittadina di dire no all’elezione diretta del presidente della consulta e di respingere la figura di un consigliere comunale aggiunto”.
“Le posizioni sopra descritte erano sostenute dalla Cgil, il cui segretario, di recentissima nomina, ha esternato vigorosamente la contrarietà del sindacato e sua personale”.
“I doveri che scaturiscono dalla rappresentanza di una categoria – sottolinea Talamonti - non sono un privilegio esclusivo di qualcuno, ma fanno il paio con quelli che i consiglieri comunali vantano nei confronti dei cittadini che li hanno eletti. E’ bene che le sue proteste, dunque, si limitino nei toni, dato che la decisione è scaturita da un atto votato dalla quasi unanimità dei rappresentanti del popolo. Tutti sono uniti nella preoccupazione di garantire le basi democratiche del dialogo interetnico, assicurando che essa è viva nello spirito dei consiglieri, così come nelle attese di tutti i ternani”.

 

“Il carattere multietnico tipico delle società moderne – spiega Talamonti - può rappresentare una risorsa nel contesto che accoglie le diversità, a patto che esistano programmi di integrazione e volontà di realizzarli. Nella nostra città, il tema è di assoluta attualità, dal momento che ospita quasi 12.000 stranieri, in rappresentanza di circa 80 etnie diverse. La Convenzione di Strasburgo del 1992 sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica locale, ratificata dallo Stato italiano nel 1994, prevede la formazione di organismi consultivi, attraverso i quali collaborare in vista della integrazione. Fin dal 2001, è previsto che lo statuto dei Comuni italiani contempli la figura del “consigliere aggiunto”, al quale sono conferite funzioni consultive, in seno al Consiglio comunale senza diritto di voto”.
“L’argomento è fortemente soggetto alle variazioni dettate dai tempi e dalla crescente ricerca di democraticità da riservare a chiunque entri nel nostro paese con l’intenzione di rispettare leggi, cose  e persone in vista della realizzazione di progetti individuali di crescita. Visto in questa ottica, la Consulta dell’immigrazione diviene uno strumento irrinunciabile di convivenza e di democrazia, una tappa importante che segna l’evolversi della cultura dell’accoglienza, in origine quasi del tutto assistenziale prima di assumere i veri caratteri dell’integrazione”.
“L’articolazione del processo di integrazione passa attraverso un accordo con gli stranieri che abbiano superato il sedicesimo anno di età e che entrano per la prima volta in Italia. Detto accordo regola le disposizioni in materia di partecipazione alla realtà sociale del paese ospitante e determina le modalità per il rilascio del permesso di soggiorno”.
“La sottoscrizione dell’accordo obbliga le parti (Prefetto e straniero) al rispetto dei contenuti della Carta dei Valori della cittadinanza e dell’integrazione, varata dal governo italiano nel 2007. Il regolamento fissa i criteri e le modalità per la sottoscrizione dell’accordo da parte dell’ospite, secondo quanto in vigore dal 10 marzo 2012”.
“Il regolamento – conclude il presidente del gruppo della Federazione della Sinistra - contiene disposizioni sul meccanismo dei crediti (16 vengono inizialmente assegnati a ciascuno) con l’obbligo di portarli a 30 nell’arco di due anni, attraverso percorsi di integrazione alla vita socio-economica cittadina, come l’apprendimento della lingua italiana, lo svolgimento di talune attività utili all’armonia sociale, percorsi di istruzione e formazione professionale, stipula di una locazione o acquisto di un’abitazione. I punti possono essere detratti nell’ipotesi di una condanna o in caso di violazioni alle leggi dello Stato”.

Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017