20 Giugno 2012 - ore 00:00 - Settimo approfondimento del progetto proposto dal Sindaco alla città: la formazione come fondamento dello sviluppo di Terni. Un patto con tutta la comunità ternana
(Direzione Generale/Uff.stampa) - Il ruolo della scuolaL’evoluzione dello scenario sociale ed economico nelle società avanzate e anche nella nostra città mette in primissimo piano il ruolo della scuola nella città. Essa, oltre che essenziale servizio educativo alle persone, rappresenta un potente fattore dello sviluppo della città.Dalla scuola dipendono la formazione culturale e professionale delle nuove generazioni, la loro creatività come la capacità di fare innovazione e di partecipare attivamente a un mondo in trasformazione. Insieme a tutto questo la scuola contribuisce ai processi di mobilità sociale, a far crescere e valorizzare i talenti, a rendere possibile l’integrazione sociale in una realtà locale profondamente segnata dalla presenza di molte comunità di origine straniera. Ma, allo stesso tempo, sappiamo che è, in qualche misura, a sua volta condizionata dalla realtà locale. Sebbene la cornice istituzionale e amministrativa sia determinata a livello nazionale e regionale, non sfugge alla nostra osservazione che il suo funzionamento concreto, la qualità del suo servizio e la misura dei suoi risultati dipendono da diversi fattori: l’attenzione che la città riserva a essa, le risorse e le attese, il sostegno, il riconoscimento e le domande che la città nelle sue diverse componenti, vi riserva sopra, a partire dalle famiglie, dal mondo delle imprese, dalle istituzioni pubbliche, dall’università e dalle altre agenzie culturali. Il patto scuola-città: s’inserisce tra le strategie e la gestione delle risorse cittadine per la definizione di politiche educative e scolastiche nel rispetto dell’autonomia delle singole scuole e in relazione alle funzioni proprie del Comune e degli enti territoriali.Perché un territorio possa mettere in gioco tutte le proprie risorse, è necessario attuare una condivisione di processi decisionali volti alla governance dell’intero sistema. In una logica dove la governance cittadina trova nella corresponsabilità l’elemento di riconoscibilità delle proprie funzioni nell’ambito del principio di cittadinanza, dentro la comunità locale trovano spazio, tra quelle di molti soggetti sociali tutti egualmente rilevanti per il funzionamento del sistema scolastico, le funzioni del Comune e quelle degli altri enti locali, nel rispetto del principio di sussidiarietà. Il processo di attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione ha, infatti, sancito una saldatura fra autonomie funzionali, tra le quali è compresa la “scuola”, e autonomie territoriali. Considerato che è l’intera città con le sue componenti sociali, economiche, politiche e culturali a sostenere l’interesse alla qualificazione dell’offerta formativa del territorio, occorre individuare e condividere obiettivi e strategie specifiche che riguardano anche l’azione dell’amministrazione comunale. Il Patto con la cittàIl rapporto tra Comune e scuole contiene forti elementi di criticità dovuti anche a fattori di contesto nazionale. Esiste tuttavia uno straordinario elemento di forza collettiva che si può fare emergere nella definizione di un vero e proprio patto tra la città e la sua scuola. Un patto nel quale è l’intera città ad essere protagonista, al tempo stesso come contenitore – è nel suo ambito di relazioni che il patto troverà attuazione – e come contenuto – nel patto troveranno posto non solo i bisogni formativi espressi dalla scuola ma l’insieme delle domande espresse da tutte le realtà sociali della città. La logica del patto, del tutto coerente con il disegno di pianificazione strategica accolto in questo documento preliminare, supera il rapporto tra Comune e singola istituzione scolastica, troppo spesso basato su modalità parcellizzate di dare/avere: la scuola chiede al Comune contributi, interventi, servizi; il Comune risponde sempre più a fatica spesso con tempi lunghi. Il patto, soprattutto con la sua logica di funzionamento, mette al centro i bisogni formativi della città, propone un’azione collettiva condivisa per la scuola, ottimizzando gli interventi del Comune in materia di diritto allo studio, di edilizia scolastica, di erogazione di beni e servizi. E, soprattutto, fanno emergere il ruolo decisivo per l’offerta scolastica di tutte le organizzazioni della città: le imprese, le pubbliche amministrazioni, l’Università.Si propone dunque un percorso di consultazione condivisione e partecipazione con i vari soggetti del sistema scuola l’amministrazione e la città. Dal punto di vista della scuola il patto presenta una molteplicità di finalità. Innanzi tutto qualificare il sistema integrato dell’istruzione quale condizione strategica per lo sviluppo culturale, sociale e civile della città. Poi assicurare servizi per il diritto allo studio: trasporto, refezione, benefici agli alunni con disagi economici e garantire il diritto/dovere all’istruzione di tutti i bambini e ragazzi nella fascia di età dell’obbligo scolastico integrando i compiti istituzionali e normativi legati alla “vigilanza” con specifici percorsi formativi. Verificare gli assetti territoriali delle scuole, l’apertura, la chiusura di nuovi plessi, corsi, sezioni, promuovendo consultazioni e momenti di confronto, costituisce un ulteriore obiettivo del patto. Come pure assicurare uno stretto raccordo tra scuola e uffici tecnici comunali per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici, per garantire e mantenere gli standard di sicurezza previsti dalla normativa vigente. Importante anche l’obiettivo di concordare e realizzare un piano di utilizzo degli immobili scolastici per attività extrascolastiche a servizio della comunità come palestre, spazi verdi, biblioteche, auditori per attività di socializzazione, ludiche e ricreative in orari pomeridiani e serali e durante il periodo estivo. E infine programmare e realizzare l’offerta formativa territoriale nell’ottica del sistema formativo integrato. Il Sistema formativo integratoLa definizione del patto scuola–città permette di evidenziare la natura plurale delle responsabilità della città nei confronti della sua scuola e la funzione che la scuola svolge nei confronti della crescita e dello sviluppo della città. Il patto diventa così uno degli strumenti attraverso i quali si compone la governance del sistema scolastico e delle politiche formative, avendo cura di integrare ruoli e responsabilità che restano distinte e autonome. L’area ternana è caratterizzata da una ricca e articolata offerta di attività e servizi, proposti sia dai soggetti privati che dal Comune di Terni attraverso i programmi delle sue Direzioni operative di settore: servizi sociali, sport, cultura, politiche giovanili e servizi scolastici. L’Amministrazione comunale ha voluto strutturare un sistema organico nel quale si collochi opportunamente il ruolo del governo locale attraverso l’elaborazione di una proposta integrata, comprensiva delle diverse progettualità, che ottimizzi programmi, risorse professionali ed economiche, evitando ridondanze e creando così valore aggiunto in termini di capacità di connessione e integrazione. In questo percorso di integrazione è stata creata una unità di lavoro interna al Comune, l’Unità di progetto Sistema Formativo integrato costituita in integrazione con la Direzione Servizi culturali e le direzioni di settore interessate, la cui gestione spetta ai servizi sociali, sport, cultura, politiche giovanili. Un’unità per il settore educational che, integrando le progettualità, elabora il piano delle attività e delle iniziative rivolte alla scuola e all’extrascuola. Politiche per l’infanziaNel contesto delle politiche dell’infanzia, al fine di implementare i servizi educativi per i bambini e le loro famiglie, per promuovere la crescita e il benessere dei più piccoli, si punta al rilancio del progetto “Nati per leggere”, su base territoriale, che investa la città e i comuni della Zona sociale 10, in collaborazione con la Regione Umbria, AIB, ACP, ASL 4 e Azienda Ospedaliera. Il progetto di comunità, attivo in bct dal 2002, sarà ampliato con l’apertura di almeno 10 sedi, con proposte laboratoriali settimanali di animazione e lettura ad alta voce, condotte da operatori esperti, con il prestito di libri, spettacoli per bambini, incontri per genitori, seminari e corsi di formazione per educatori e volontari. I centri di aggregazioneIl Comune ha già avviato una risposta alla sfida posta dalla complessa prospettiva del patto individuando al suo interno forme di organizzazione capaci di integrare diversi settori lavoro e quindi di dialogare con l’intero mondo dell’educational. Nella stessa logica di cooperazione e di pluralismo si svilupperà un’azione diretta a sostenere la rete delle realtà aggregative del mondo giovanile, evitando la creazione di rendite di posizione e la proposta di modelli dirigistici. La rete dovrà supportare le singole progettualità in un quadro di dialogo, studiare e approfondire le tematiche giovanili, proporre momenti di scambio/confronto e riflessione condivisa su bisogni, servizi, processi aggregativi e di integrazione, sperimentare strategie e modalità di lavoro, anche attraverso percorsi formativi per educatori e animatori, condividere modelli e strumenti di verifica e valutazione della qualità. Un’area privilegiata di lavoro riguarderà la partecipazione ai bandi europei, per implementare le risorse, le occasioni di scambi, il confronto con i vari progetti dei paesi della comunità europea. Un obiettivo fondamentale è quello di sostenere e implementare, attraverso azioni di sistema, la visibilità e il protagonismo dei giovani adulti, incrementando la partecipazione attiva e sperimentando nuove modalità, sull’esempio della partecipazione attivata nella redazione dei PUC e quello dei percorsi decisionali inclusivi. In questo scenario, inoltre, il modello del Bando “Iniziative giovani” e l’esperienza dei bandi per gli studenti universitari, tracciano una linea di attività da sviluppare e ampliare per dare opportunità concrete per la realizzazione di idee e progetti ai ragazzi e ai gruppi informali, che garantiscono un ricambio e un incubatore per l’emersione di nuove aggregazioni e progettualità, anche in riferimento ai bisogni sempre in evoluzione, ai cambiamenti generazionali e socio-culturali della comunità locale. Gli esiti qualitativi e quantitativi registrati in questi anni, in riferimento alle attività promosse e realizzate direttamente dai giovani, confermano la necessità di implementare questa linea di attività, anche in altri campi e aree di intervento (es. il bando En Joy della sezione whynot di bct).I centri di aggregazione giovanile, in questo quadro di ripensamento e ristrutturazione dei servizi, riconoscendo la molteplicità dei bisogni e delle esperienze realizzate in questi anni, avviando un processo di differenziazione, rispetto al target e alle finalità specifiche, potranno dar vita a un sistema più articolato distinguendo due tipologie di servizi: i centri ragazzi e i centri per i giovani adulti. I primi avranno necessariamente una valenza socio-educativa, con il ruolo dell’adulto animatore più definito, pur nella logica della pedagogia attiva e dell’educazione non formale. I secondi si caratterizzeranno per autogestione e autonomia, dove il protagonismo e la creatività giovanile si potranno coniugare con specifiche vocazioni (musica, teatro, comunicazione, video, etc.) dando spazio al piacere del fare e dell’esprimersi, aprendo anche prospettive per nuovi talenti e professionalità, in collegamento con le realtà culturali del territorio già strutturate o in evoluzione. I centri giovanili, inoltre, per la loro versatilità e flessibilità, si configurano come presidi di aggregazione, accoglienza e incontro per varie diversità, culturali, etniche, di genere, luoghi privilegiati per sperimentare percorsi laboratoriali, dove l’eterogeneità e la multifattorialità del nostro mondo contemporaneo diventano occasioni di accettazione, rispetto e dialogo, dentro una pratica dei diritti e di risoluzione non violenta dei conflitti. Il coordinamento tecnicoIn questo contesto, lo strumento essenziale è rappresentato da un Coordinamento tecnico dei centri giovanili, articolato in due aree, rispetto al target di servizio, con la finalità di sostenere le singole progettualità in un quadro integrato e dialogante, di studiare e approfondire le tematiche giovanili, di proporre momenti di scambio/confronto e riflessione condivisa sui bisogni, sui servizi, sui processi aggregativi e di integrazione, di sperimentare strategie e modalità di lavoro, anche attraverso percorsi formativi per educatori e animatori, di condividere modelli e strumenti di verifica e valutazione della qualità. Un’area privilegiata di lavoro riguarderà la partecipazione ai bandi europei, per implementare le risorse, le occasioni di scambi, il confronto con i vari progetti dei paesi della comunità europea. Il Coordinamento dovrà vedere impegnati non solo i tecnici del Comune ma anche i soggetti gestori dei centri, che costituiscono la rete dei servizi e che concorrono a pieno titolo alla realizzazione delle politiche giovanili ed educative dell’Ente.