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In 2° commissione parlano i medici

(ufficio stampa) - Questa mattina la 2° commissione consigliare ha audito i sindacati dei medici. Una seduta che succede a quella della scorsa settimana, nella quale erano state protagoniste le rappresentanze  dei paramedici e che è collegata alla redazione di un atto di indirizzo del consiglio comunale di Terni sui temi sanitari alla luce dell’emergenza Covid. 
“L’obiettivo - dichiara la presidente della commissione Rita Pepegna -  è dar luogo a un atto di indirizzo comune. Siamo lavorando per  sensibilizzare la regione e far capire che Terni non è il sud dell’Umbria, ma è protagonista dell’Umbria. Terni è maggiormente considerata rispetto al passato,  ma c’è ancora tanto fare, l’ospedale ha 70 anni. I tempi per farne uno nuovo non sono rapidissimi, l’emergenza Covid ha complicato il tutto. L'incremento di personale è la prima emergenza. L’ex Milizia può essere destinata alla medicina specialistica ambulatoriale, per la diagnostica, è uno spazio da utilizzare. Medicina territoriale è un altro elemento da valorizzare, perché senza di questa le strutture ospedaliere vanno immancabilmente in difficoltà. Le audizioni proseguiranno il 14 dicembre con i commissari di Asl e Azienda Ospedaliera”. 
I sindacati dei medici hanno evidenziato la mancanza di programmazione, il blocco delle attività chirurgiche ordinarie, le lunghe liste di attesa, la mancanza di coinvolgimento nelle scelte di politica sanitaria della regione, una mancanza pluriennale di programmazione, di adeguate assunzioni, un rapporto squilibrato tra Perugia e Terni in particolare per quanto riguarda la presenza al Santa Maria di Terni degli specializzandi universitari. 
Sono quindi intervenuti i consiglieri comunali. 
Doriana Musacchi (misto): “Serve una programmazione immediata. Il problema non è solo locale ma nazionale. Abbiamo visto le proteste dei giovani medici a Roma. Ho presentato un atto proprio sul rallentamento delle attività ordinarie, ad iniziare da quelle chirurgiche”.
Emanuele Fiorini (Forza Centro)  “Questa amministrazione regionale non ha fatto alcuna programmazione. I politici attuali sono sordi, bisognerebbe sturargli le orecchie. Per alcuni accertamenti i Ternani devono andare a Perugia, per altri sono in attesa da mesi, persino i bambini sono in attesa per esami diagnostici fondamentali. I 25 milioni che il Governo ha mandato alla regione dell’Umbria per la sanità dove sono finiti?”. 
Claudio Fiorelli (M5s): “I sindacalisti hanno espresso molto bene la situazione. Mancanza di programmazione a breve, medio e lungo termine. L’amministrazione regionale  non ha saputo sfruttare i mesi di allentamento della morsa del Covid. L’assessore Coletto non ci ha ascoltato a maggio, né come istituzioni, né come rappresentanze sindacali. Discrepanza tra i posti letto tra Terni e Perugia in rianimazione. A Perugia oltretutto c’è il supporto degli universitari. A Terni siamo sotto organico, mancano i posti, in tutto questo ci chiedono a noi operatori sanitari uno sforzo continuo. Non possiamo però proseguire in questo modo, alla fine il somaro crollerà. Occorrono scelte rilevanti da parte della regione. Mi riferisco alle assunzioni, mi riferisco alla struttura della ex Milizia che è nelle condizioni di essere utilizzata per area Covid. Infine mi dispiace che anche oggi ci sia l’assenza del sindaco. Anche l’altra volta era assente.  Veramente non capisco”. 
Sergio Armillei: (Lega) “La mancanza di personale è problema di lunga data a causa dei tagli alla sanità negli anni e dalle  mancanze organizzative delle precedenti amministrazioni sanitarie regionali e locali. Evidenzio quanto fatto dall'attuale dirigenza sanitaria del Santa Maria nell'ampliamento dei posti letto e dei concorsi avviati per sopperire alle esigenze di emergenza attuali.
E’ necessario avviare il progetto del nuovo ospedale, essendo quello attuale obsoleto. Propongo inoltre come possibile futuro indirizzo dell'attività del nosocomio ternano,  quanto previsto dal ministero di un Irccs.. Gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico sono ospedali di eccellenza che perseguono finalità di ricerca, prevalentemente clinica e traslazionale, nel campo biomedico ed in quello della organizzazione e gestione dei servizi sanitari ed effettuano prestazioni di ricovero e cura di alta specialità o svolgono altre attività aventi i caratteri di eccellenza come previsto Decreto legislativo 16 ottobre 2003, il quale ha disposto il riordino degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici. Tale riordino prevede come aspetto prioritario la condivisione tra ministero della Salute e Regioni, sia della trasformazione degli istituti pubblici in fondazioni, sia della definizione dei loro organi di gestione. Il decreto stabilisce, inoltre, che gli istituti che non verranno trasformati saranno organizzati sulla base di criteri che garantiscano le esigenze di ricerca e la partecipazione a reti nazionali di centri di eccellenza.  
Infine, l'ex Milizia per il trattamento dei malati Covid è un' ipotesi che però ha delle limitazioni per la tempistica, dubito che possa essere rapidamente utilizzabile”.

SPA - Ufficio Stampa/Agit

Data aggiornamento della pagina: 07/12/2020