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"Carlotta Orientale simbolo delle lotte delle donne"

Carlotta Orientale simbolo delle lotte delle donne

(ufficio stampa) - Questa mattina, nella rotonda posta tra viale Trieste, viale Trento e viale Marzo, si è tenuta la cerimonia di scopertura della targa dedicata a Carlotta Orientale.Erano presenti l'assessore alla toponomastica Marco Iapadre, quello ai Lavori Pubblici Giovanni Maggi, la presidente del consiglio comunale Sara Francescangeli, l'assessora alle pari opportunità Viviana Altamura
I familiari di Carlotta Orientale, i nipoti Roberto Massimo Orientale, Enrico Paolo Orientale, Francesca Fabrizi,  Alessandro Orientale e Daniela Orientale.
"L’intitolazione della rotonda - dichiara in una nota l'assessore Marco Iapadre - recepisce una delibera di giunta del 2014, alla quale non era stata data ancora attuazione. L’attuale amministrazione, così come fatto la settimana scorsa per la targa dedicata al Rastrellamento del Quadraro, sta accogliendo con favore le diverse istanze di sollecito e si sta adoperando per dare attuazione a quanto già deliberato da anni. Riteniamo infatti corretto e doveroso, quando possibile, dare seguito alle richieste di intitolazione toponomastica che ricordano quei concittadini che hanno contribuito a scrivere la storia della nostra città. A maggior ragione quando le richieste sono state già esaminate e accolte.
Tra queste appunto l’omaggio alla ternana Carlotta Orientale, che è stata una figura di grande rilievo durante i difficili anni della prima guerra mondiale, facendo della lotta operaia e soprattutto del rispetto dei diritti delle donne la sua vocazione. 
Nata nel 1893, a soli 16 anni, entrò in fabbrica prima come operaia poi con la qualifica di tessitrice, presso lo Jutificio Centurini di Terni, dove si distinse fin da subito per il suo carattere combattivo e per le dure battaglie sindacali che portò avanti sulle rivendicazioni in fabbrica, ottenendo importanti conquiste. 
Tanto da diventare, a soli 23 anni, la prima donna a capo del sindacato della Camera del lavoro dell’Usi, sostituendo Riccardo Sacconi che era partito militare. Probabilmente fu in parte agevolata dalla situazione socio-politica che vedeva un ingente invio di uomini al fronte e il conseguente impegno delle donne in ruoli prima di esclusivo appannaggio maschile, ma l’opinione diffusa è che Carlotta si distinse per la forza e la convinzione con cui portò avanti le sue battaglie, anche precorrendo i tempi.
Forza che la portò a organizzare e sostenere vertenze in tutte le fabbriche ternane e anche ad essere più volte arrestata per aver guidato le altre operaie in manifestazioni.
Al di là delle posizioni politiche, quello che questa amministrazione condivide fortemente è il valore della parità fra sessi, del ruolo perfettamente complementare tra donne e uomini sia nella vita che nei luoghi di lavoro, il riconoscimento del merito per sé stesso, svincolato da qualsiasi altra logica, compresa quella di genere. 
Parità, che ad un secolo dalle lotte di Carlotta Orientale, siamo purtroppo ben lontani dall’aver raggiunto e l’Italia in particolare non brilla in questo senso. Viviamo ancora in un paese in cui c’è tanto da fare per raggiungere la parità tra uomo e donna. (Secondo il Global Gender Gap Report 2023) il nostro paese si colloca da anni agli ultimi posti nella classifica mondiale in materia di parità di genere: su 146 paesi nel mondo siamo solo 79esimi. 
Anche dal punto di vista culturale le cose non sono troppo cambiate: penso alla continua crescita dei fenomeni di violenza sulle donne, ai femminicidi, tutti fatti che hanno le loro radici nella visione patriarcale e maschilista contro la quale Carlotta ha combattuto, con un secolo di anticipo, in un periodo storico in cui era considerato normale e giusto che le donne fossero in qualche modo assoggettate all’uomo, sia in casa che nei luoghi di lavoro.
Tra i suoi lasciti più importanti è proprio un articolo su questo tema dal titolo “L’emancipazione della donna” che pubblicò il 14 giugno 1914 sulla rivista La Sommossa. In questo pezzo Carlotta denunciava i comportamenti discriminatori dei padroni e dei capi-reparto, stigmatizzando allo stesso modo i matrimoni combinati e gli atteggiamenti prevaricatori mariti, padri, fratelli sulle donne del suo tempo". 

SPA - Ufficio Stampa/Agit

Data aggiornamento della pagina: 21/06/2024