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“L’acciaieria deve tornare immediatamente italiana”

(Direzione Generale/Uff. Stampa) – “Ma di cosa ci meravigliamo? Quando nel lontano 1994 furono vendute le Acciaierie di Terni, lo Stato riuscì a formare una cordata italo-tedesca (la KAI) che è riuscita in poco tempo a ripagare il prezzo pagato ed a garantire la continuità aziendale. Oggi lo scenario è invertito. Infatti i proprietari finnico-tedeschi devono trovare un acquirente! Chi potrebbe essere? Chi lo deve decidere?”. Lo scrivono, in nota a nome della Lista Civica Progetto Terni Città Aperta, i consiglieri comunali Giorgio Aquilini Ugolini e David Tallarico.
“Ma di chi è l’acciaieria? Dei Tedeschi? No, perché l’hanno ceduta! Dei Finlandesi? No perché non gli serve per le loro strategie! Ma insomma, di chi è l’acciaieria? E’ degli Italiani, si è la nostra,  è dei Ternani!”.
“Se non ci muoviamo, adesso, subito, l’acciaieria rischia di fare un brutta fine! Non ce la sentiamo di lasciare i destini della grande acciaieria in mano a lontani manager finlandesi o tedeschi o ad ignari funzionari ministeriali, per questo invitiamo il sindaco Leopoldo  Di Girolamo a prendere in mano la situazione e chiedere immediatamente al Governo di coordinare l’operazione di riacquisto dell’acciaieria e ridare alla nostra Acciaieria un nuovo piano di sviluppo! Le gestiamo noi qui a Terni le trattative per trovare un partner industriale serio e legittimo; abbiamo qui a Terni i più grandi conoscitori del prodotto, del mercato, delle tecnologie siderurgiche in campo mondiale”.
“Nei giorni scorsi tutti i giornali hanno pubblicato un intervento chiaro, preciso e dettagliato di  Federmanager: i manager sono a disposizione della città e dell’acciaieria per risolvere tecnicamente le problematiche: problematiche che conosciamo, noi le conosciamo veramente. Le abbiamo gestite, non ne abbiamo sentito parlare da altri; le abbiamo vissute, abbiamo realizzato, costruito, gestito l’acciaieria, eravamo sugli impianti, giorno e notte, in fabbrica, la nostra fabbrica”.
“Caro Sindaco – prosegue la nota - chiediamo un aiuto al ministro Passera, preciso, chiaro, circostanziato: ci serve il supporto finanziario come anticipo, verrà restituito con gli interessi non appena definita la partita”.
“Caro Ministro Passera chiediamo una risposta chiara seria e concreta per un territorio che Lei consce bene, vista la forte presenza di Banca Intesa (che ha rilevato tutte le varie Casse di Risparmio di Terni, Narni, Spoleto, Foligno,Città di Castello), e che sicuramente è in grado di dare tutte le garanzie del caso!”.
“Vediamo se riesce ad intervenire il nostro Presidente Monti per trovare la soluzione immediata, oggi, adesso! Basta chiacchiere ed ipotesi: l’acciaieria deve ritornare immediatamente italiana. Basta chiacchiere, tedeschi e finlandesi hanno dimostrato che il giocattolo non gli interessa e non gli serve più. È evidente, chiaro, limpido, lampante. Lo Stato Italiano deve solo garantire l’anticipazione ed i fabbisogni finanziari; ci pensiamo noi a trovare la soluzione giusta, noi Ternani”.
“Il problema serio – concludono i consiglieri - è che con la globalizzazione e la crisi persistente è difficile trovare qualcuno in grado affrontare uno sforzo finanziario cosi importante, ci vorrebbe un atto di coraggio da parte di un pool di banche e imprenditori nazionali  in grado di poter gestire un’azienda  così grande. Pensiamo che in questa fase debba essere lo Stato a  farsi carico, quanto meno in una fase transitoria, di acquisire il polo ternano  per individuare un partner industriale all’altezza dell’Acciaieria e dare  continuità e maggiore competitività al polo siderurgico ternano, così come era una volta l’Iri. Dobbiamo costruire una alternativa allo spezzettamento ed all’impoverimento dell’azienda”.
Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017