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"Sistemi di controllo video e sofisticati per emissioni Ast"

(ufficio stampa) – Unanimità in 2^ commissione su un atto di indirizzo riguardante il monitoraggio del fenomeno delle emissioni del Polo Siderurgico. Nella seduta di oggi la novità emersa è che l’atto originale, che chiedeva la videosoveglianza dei camini di Ast,  è stato oggetto di una serie di emendamenti ( Lega Terni Civica e Movimento 5 stelle) , che esplicitano il riferimento a sistemi di sorveglianza visivi e non e ai più sofisticati sistemi di controllo di ultima generazione. Orlando Masselli (Fdi), presidente della commissione, ricapitolando tutto il lavoro svolto, chiarisce che è stato predisposto un atto che implementa quello iniziale presentato in Consiglio dal consigliere Thomas De Luca. “Invito a riflettere su due questioni. Innanzitutto, terrei in considerazione quanto detto dai funzionari della Regione e dell’Arpa, ovvero che la videosorveglianza non è un sistema di tipo obbligatorio, propedeutico al rilascio dell’Aia. Poi rifletterei sull’audizione dei direttori dello stabilimento, per conoscere cosa intendono fare sul fronte ambientale. Vorrei alzare il livello delle richieste, dal minimo a tutto quello che è possibile chiedere”. Interviene quindi Thomas De luca (M5s): “Ricordo che i funzionari hanno parlato della difficoltà di attuare un sistema di videosorveglianza associato ad un sistema di allarme automatico. Preso atto di questa difficoltà siamo addivenuti a una nuova formulazione, prevedendo la possibilità di documentare i fenomeni di emissioni. Rimane sul piatto uno strumento dissuasivo, che vincoli la proprietà a un investimento che garantisca il rispetto delle prescrizioni dell’Aia. Credo che l’atto dia una risposta, proponendo una tecnologia già adottata in altri luoghi d’Italia. Ci deve essere un preciso impegno politico, una linea politica che serva da indirizzo alla giunta e a tutti i soggetti, anche a livello superiore. Questo tipo di tecnologia non definisce il tipo di emissione, ma documenta le emissioni non conformi a quelle consentite. In quest’ottica voglio dire che questo atto rappresenta un punto di incontro tra tutte le sensibilità presenti in consiglio comunale. Un indirizzo che rafforza le posizioni del Comune nel momento in cui si confronterà con la multinazionale. Se temiamo di non ottenere strumenti di controllo, come possiamo pensare a investimenti sul piano della prevenzione? Conoscere quali e quanti fenomeni sono non conformi alla legge è il minimo. Il messaggio dell’atto è chiaro, ha un significato politico, significa che la città non è più disposta ad accettare fenomeni di emissioni fuggitive. Non è necessario alcun tipo di concertazione.” “L’atto è stato più volte modificato – dichiara Sergio Armillei (Lega) - noi abbiamo collaborato fin dai primi momenti alla stesura, quindi ne diamo un giudizio positivo poiché attiene alla salvaguardia della salute. L’unico appunto riguarda la convocazione dell’Ast perché, qualora proponesse di fare dei miglioramenti, degli investimenti andando incontro alle esigenze della città, credo sia opportuno non scavalcarla. Anche a livello di fattibilità del sistema, l’audizione potrebbe essere utile a chiarire dei dubbi. Inoltre, l’Aia non prevede questo tipo di sistema di videosorveglianza, quindi presentare questa proposta senza ascoltarli potrebbe pregiudicare anche il resto. Nessuno nega che l’atto sia necessario. Vorrei che fosse chiara la mia posizione. Io sono per la concertazione di certe decisioni, cioè per mettersi intorno ad un tavolo e discutere con l’azienda Acciai. Credo che questa sia una cosa più che logica.” “Se L’Ast avesse voluto fare di più – sostiene Claudio Fiorelli (M5s) - lo avrebbe già fatto, altrimenti non avremmo questi livelli di inquinanti. Noi rappresentiamo Terni e l’Ast deve necessariamente confrontarsi con noi. Possiamo certamente ascoltarli, ma la videosorveglianza è, in primis, un deterrente. Se il direttore dell’Ast vuole fare di più, può tranquillamente farlo. Non può essere il cittadino a Terni a dover segnalare.  Stiamo perdendo tempo su questioni cruciali, allungando il brodo, quando intanto i fumi continuano ad uscire e noi a respirarli. Questo atto avrebbe già dovuto essere stato approvato non solo dalla commissione, ma dal Consiglio. Non dobbiamo chiedere l’approvazione dei vertici Ast, la cui posizione è ovviamente di parte. Noi stiamo chiedendo di procedere con un atto votato, come quando abbiamo ascoltato l’assessore regionale alla Sanità Barberini. Non capisco perché non si debba procedere così. Stiamo lavorando sulle regole, se domani cambia la dirigenza dell’Ast, la regola rimarrà. La tempistica è fondamentale, perché ha un significato ben diverso presentarci al confronto con Ast con un atto votato”. Posizione, quest’ultima, condivisa anche da Alessandro Gentiletti (Senso Civico) che dichiara: “Questa commissione non deve chiedere all’Ast ciò che può fare. Il ruolo della politica sta nel chiedere ciò che vogliamo venga fatto. Altrimenti siamo al paradosso. Ovviamente non possiamo costringere nessuno. In una dialettica democratica ci si esprime con un atto forte, che non è un atto contro l’Ast, ma un atto per la città. La politica è autonoma, non  servilie. Quindi, concordo con i consiglieri del Movimento 5 stelle sulla necessità di votare l’atto adesso”.
“Il fatto che per il rilascio dell’Aia non sia previsto questo tipo di sistema, veramente mi inquieta - afferma Marco Cozza (M5S). La forza di questo atto sta nell’essere approvato prima del confronto con i vertici Ast altrimenti, se ci presentiamo senza una volontà precisa e unanime, perdiamo qualsiasi credibilità, barattando la salute delle persone con le multinazionali. Poi l’atto potrà essere ampliato”. “Direi di andare rapidamente all’approvazione di questo atto - interviene Paolo Angeletti (Terni Immagina) - senza perdere altro tempo. Siamo chiedendo il minimo”. “Vorrei togliere qualsiasi ombra – dichiara Michele Rossi (Terni Civica) - dal fatto che questa sia una battaglia da portare avanti tutti. Ciò che non ci vede concordi è il percorso. Io aspetterei, non per spirito servilistico, ma per capire se ciò che chiediamo è nelle politiche dell’Ast. Si tratta di aspettare una settimana. Io sono dell’idea che, se necessario, si potrà fare poi un atto ancora più forte e incisivo”.

Data aggiornamento della pagina: 11/03/2019